La Razza Bovina Romagnola

La Razza Bovina Romagnola è certamente uno degli elementi che contraddistinguono la storia e la cultura del nostro territorio. Si narra che giunse in Italia grazie ai Longobardi o ai Goti intorno al IV secolo dopo Cristo. Agli inizi degli anni ’50 era ancora diffusa in un’area vasta che dal Veneto arrivava fino alle Marche con circa mezzo milione di capi. Utilizzata principalmente come animale da lavoro, per tirare aratri e carri, con l’avvento della meccanizzazione agricola la sua presenza si è drasticamente ridotta arrivando a circa 15 mila esemplari, tuttora presenti nell’area geografica storica, ovvero la Romagna.
La particolarità della razza è un mantello grigio-chiaro tendente al bianco, in particolare nelle femmine, con sfumature più grigie in altre regioni del corpo. Le corna nere sono a forma di lira nelle femmine e a mezza luna nei maschi. La resistenza al clima e la capacità di adattarsi ai terreni più difficili la rende un perfetto animale da pascolo.
Il latte è utilizzato solo per lo svezzamento dei vitelli poiché la Bovina Romagnola è una razza esclusivamente da carne. La macellazione avviene tra gli 11 e i 18 mesi e, più precisamente, quando il capo ha raggiunto un peso intorno ai 700 chilogrammi. Celebre il confronto con la pregiata Chianina, ma la Bovina Romagnola si difende molto bene nei suoi tagli migliori, le costate, l’arrosto di fesa o di scamone, preparato magari con le cipolle e una cottura molto lenta.
Per tutelare la razza e preservarla dal rischio di estinzione, oltre che per allevarla seguendo i principi della tradizione, la Bovina Romagnola è stata inserita all’interno dei Presidi Slow Food dove gli allevatori sono tenuti a seguire un disciplinare che ne regola l’alimentazione con prodotti esclusivamente naturali (ad esempio senza soia o mais Ogm) e l’allevamento che prevede, nei mesi estivi, il pascolo libero.